Il rischio di tumori nei bambini nati con la fecondazione in vitro è lo stesso di quelli concepiti naturalmente
Dai dati epidemiologici presentati al “ meeting ” annuale dalla Società
Europea di Riproduzione Umana e Embriologia (ESHRE), svoltosi a Londra dal 7 al
10 luglio 2013, emerge che il rischio di tumori nei bambini nati con la
fecondazione in vitro (FIVET e/o ICSI) è lo stesso di quelli concepiti
naturalmente. Un gruppo di ricercatori britannici dell’ istituto per la salute del
bambino (Institute of Child Health) dell’
University College di Londra facendo fronte alle paure scatenate da alcuni
gruppi interessati al problema, che arrivavano ad ipotizzare, per i bimbi nati
con l’ aiuto di una tecnica di riproduzione medicalmente assistita (PMA), un maggior
rischio di sviluppare in futuro una malattia oncologica, cioè un tumore, hanno
intrapreso un ponderoso lavoro epidemiologico. Questo studio ha portato a confrontare i dati ottenuti dai 106.381
bambini, nati utilizzando una tecnica di procreazione medicalmente assistita (PMA)
dal 1992 al 2008, con i dati della popolazione generale che sono stati
recuperati con una relativa facilità, almeno in Gran Bretagna, attraverso il
Registro Nazionale dei Tumori dell’ Infanzia (National Registry of Childhood
Tumours). Lo studio in questione ha
riscontrato 108 tumori nei bambini nati con l’ aiuto di una tecnica PMA che è
un dato comparabile e molto vicino ai 109.7 bimbi con problematiche
neoplastiche riscontrato nella popolazione generale. Questi dati sembrano
quindi confermare che la procreazione medicalmente assistita (PMA) non
costituisce un fattore di rischio aggiuntivo per l' insorgenza di patologie
oncologiche nei bambini nati utilizzando queste tecniche.
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